ROMA - Niente taglio dell'Irap, neanche in formato mini, niente alleggerimento dell'Irpef e niente cedolare secca sugli affitti: sul tavolo ci sono 'solo' 4 miliardi di euro da spendere e questi serviranno per interventi "strutturali", dal welfare alle piccole e medie imprese, e non per misure "mirate". Alla vigilia dell'esame alla Camera della manovra, il superministro dell'Economia Giulio Tremonti la spunta sui colleghi di governo e sul partito e ribadisce la linea del rigore: disponibilità a ascoltare dunque sì, sarebbe stato il ragionamento del titolare di via XX Settembre, nuovi assalti alla diligenza no.
Se il Tesoro fissa i paletti sul fronte dei contenuti, il presidente della Camera Gianfranco Fini fa sentire la sua voce su quello del metodo e anticipando le mosse del governo fa sapere di non essere disponibile a accettare un maxiemendamento confezionato in extremis (e dunque infarcito di misure non discusse in Parlamento) e sul quale i deputati sarebbero obbligati a esprimere solo il voto di fiducia. Parole, quelle di Fini, arrivate durante la riunione della Consulta economica del Pdl e che sulle prime avrebbero lasciato, secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti, un po' spiazzati. I lavori in commissione infatti secondo l'attuale calendario dovrebbero terminare entro il 4 dicembre, vale a dire più di dieci giorni prima della chiusura della sanatoria per il rientro dei capitali dall'estero, che rappresenta la fonte di finanziamento del pacchetto di novità che il governo punta a inserire alla Camera.
Le perplessità sarebbero state tuttavia superate, come dimostra la nota messa a punto dal Pdl al termine della riunione: l'obiettivo, spiegano infatti i vertici del partito, é quello di "definire un testo condiviso che sia approvato già in commissione Bilancio", in modo da escludere sorprese durante l'esame dell'Aula. Quello esposto da Fini "é un parametro - dice Ignazio La Russa - assolutamente corretto". E le tre ore di riunione in via dell'Umiltà si sono così trasformate nel primo passo per vincere la sfida. Il pressing della maggioranza per ottenere un taglio alle tasse anche negli ultimi giorni è stato insistente, così come quello dei tanti ministeri di spesa arrivando a toccare i 25 miliardi di euro: sei volte di più di quanto non vi sia "nel cassetto" a disposizione.
Le risorse, ha infatti ribadito oggi Tremonti, non superano i 4 miliardi di euro e sono quelle che arriveranno dallo scudo fiscale. Ergo, il taglio dell'Irap, così come interventi sull'Irpef o la cedolare secca sugli affitti "sono fuori dalla Finanziaria", spiega il relatore alla Finanziaria Massimo Corsaro. Per ora, "preferiamo interventi di struttura a interventi mirati e quindi interverremo con misure di sviluppo, per il welfare e per gli enti locali". Nel 2010 poi si vedrà, tutto dipenderà dall'andamento dei conti. Carceri, scuola, giustizia, sicurezza, piccole e medie imprese sono tra gli altri capitoli ai quali governo e maggioranza stanno lavorando e che domani saranno al centro di una nuova riunione anche con gli alleati della Lega, l'ultimo appuntamento in agenda prima di poter iniziare a formalizzare le proposte.
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